Nel cuore del Parco
Nazionale del Pollino “il paese tra le rocce” così definito per le immense
montagne verdi che circondano la sua vallata, è uno scrigno che custodisce le antiche tradizioni del popolo
arbëresh.
Diversi eventi hanno segnato la storia di questo popolo, ai continui invasori e dominatori, il popolo che
abitava l’Albania ha sempre saputo rispondere con la dignità, il valore e l’orgoglio di appartenere ad una stirpe
fedele ai valori dell’onore e del coraggio.
Alla morte di Skanderbeg si registrò la fuga dalla loro patria e la scelta dei lidi italiani come rifugio, non
formarono una sola città, ma crearono numerose piccole comunità.
Nato intorno al 1480, lungo l’antico itinerario già percorso dal popolo dei Sibariti verso il Pollino, nei pressi del Castrum Sancti Salvatoris, esso ci offre un paesaggio mozzafiato, la vegetazione unica, con piante centenarie che potrebbero raccontare chissà quali preziose testimonianze delle bellezze della natura e del tempo che scorre lento stretto tra le rocce, come a voler preservare le sue ricchezze e le unicità dei suoi paesaggi naturali, che hanno fatto di Civita nel tempo, uno degli insediamenti più belli della Calabria interna, che si distingue anche per la struttura urbanistica fatta di viuzze e slarghi che si intersecano le une nelle altre, ma soprattutto per la varietà dei suoi comignoli, veri e propri capolavori artistici.