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ALLA SCOPERTA DI CIVITA > I comignoli

I comignoli

Visitando il paese di Civita e posando lo sguardo in alto, sui tetti delle case del centro storico, possiamo accorgerci che questi non sono corredati di semplici comignoli, ma di comignoli che possiedono qualcosa che va oltre la loro semplice funzionalità pratica.
Infatti, la storia e i singolari significati di tali comignoli si mescolano alla cultura popolare del luogo, contribuendo a renderlo una perla rara nell’incantevole scenario del Parco del Pollino.
Ecco perché essi sono da considerarsi una forte attrattiva verso il paese, fatta di raffinatezza e particolarità, che interessa la trasformazione di un oggetto elementare e comune – il “polmone” delle case – in un oggetto d’arte, da ammirare e restarne affascinati per la storia della cultura locale e delle tradizioni artistiche popolari che ci narra.

I comignoli di Civita sono creature in pietra nate per lo più tra l’Ottocento e il Novecento e – secondo alcune fonti orali – addirittura nel XVI secolo, non mancando infatti alcuni esemplari settecenteschi.
La loro architettura è stata ereditata probabilmente da profughi albanesi, i quali giunti a Venezia conobbero il gusto di decorare e personalizzare i comignoli senza tralasciare il loro scopo primario di tiraggio dei fumi dei camini.
Tali comignoli sono segno di come la cittadina arberesh ha voluto contraddistinguersi mediante una sua intrinseca ed originale forma di ingegneria e di arte – espressiva ed allegorica – mista di allegria e sobrietà.
Il valore aggiunto attribuito ai comignoli di Civita consiste però nel racconto dell’intimità domestica di ogni singola casa, divenendo così essi stessi simboli dello status sociale familiare ed informando di ciò il mondo esterno.

Vediamo dunque comignoli più elaborati e decorati posti sulle abitazioni appartenenti a famiglie altolocate; più semplici nella forma e funzionali sulle case di coloro che conducevano una vita contadina; arricchiti di forme apotropaiche per chi evidentemente viveva più di simbologia e di ritualità.
I comignoli di Civita fanno da piccole torri svettanti sulle case del centro storico, abbellite anche con riflessi di vetri di bottiglia cementificati al loro interno.
A volte, questi comignoli risultano agli occhi dei visitatori alquanto esuberanti, per via delle dimensioni sproporzionate rispetto alle abitazioni sulle quali sono posti; inoltre, hanno nomi molto curiosi, quali ad esempio la Maschera e il Totem, e spesso sono ornati appunto di maschere apotropaiche che sottolineano la loro rilevanza sull’intero fabbricato.

Classificazione dei comignoli

L’aspetto architettonico più particolare di Civita è sicuramente costituito dai suoi comignoli.
Tuttora non si conosce bene quando iniziò la tendenza a costruire comignoli sui tetti delle case civitesi, ma è assodato che la loro realizzazione diventò pian piano un’arte vera e propria, che fece anche da firma ai “maestri” che costruivano le abitazioni.
Osservando i vari comignoli di Civita, ci si potrà accorgere che alcuni di essi condividono degli elementi e ciò fa supporre che siano stati opera della stessa mano; però, avendo un’importanza sociale per la distinzione tra i diversi ranghi d’origine delle famiglie, la rifinitura dei comignoli veniva fatta con estrema cura.
Durante il secolo scorso – con l’impiego del cemento armato per le costruzioni e la scomparsa delle antiche maestranze – l’arte civitese dei comignoli è via via tramontata; alcuni comignoli sono stati persino demoliti e solo da tempi recenti i maestri artigiani realizzano comignoli ispirati alla tradizione antica, senza tralasciare la loro creatività personale e il moderno impiego di materiali, tecniche di costruzione e strumenti di lavoro.
La classificazione dei comignoli di Civita si può suddividere in tre grandi aree tematiche: la prima riguardante la loro funzionalità, la seconda e la terza concernenti rispettivamente il simbolismo apotropaico e quello inteso come affermazione sociale.

La funzionalità

I comignoli dei rioni di Civita

In generale, i comignoli sono elementi architettonici utili all’ottimizzazione dello scarico e della dispersione nell’atmosfera dei fumi prodotti dalla combustione, facendo in modo che tali attività non risentano delle varie condizioni meteorologiche.
In particolare, la progettazione e la realizzazione degli artistici comignoli di Civita dovevano basarsi sulle proporzioni dettate dalla fisica del tempo e sperimentate solo dall’esperienza dei singoli maestri muratori.
Inoltre, un buon orientamento del comignolo era fondamentale, poiché la cittadina arberesh possiede una singolare collocazione orografica, essendo situata ai piedi del Monte Pollino, a ridosso delle gole del Raganello e dunque fortemente esposta ai venti.
Tutto ciò dimostra come l’arte architettonica ed ingegneristica sperimentata dalla popolazione civitese ha saputo coniugare i limiti imposti dalle naturali fattezze del luogo con le esigenze tecniche di costruzione richieste al fine di ottenere il miglior risultato nel tiraggio dei fumi dei camini.

Il simbolismo apotropaico

(Foto Percorso Magazeno: 04 – 06; Percorso S. Antonio: 16 – 21 -23)

Data la loro preminente posizione architettonica, le maschere apotropaiche dei comignoli di Civita sembrano parlare di sé, attraverso un personale linguaggio figurativo che trasmette ogni volta un significato diverso.
Talvolta accompagnate da altri tipi di ornamenti come manufatti di terracotta, anforette e pezzetti di vetro lucido di bottiglie fissati nel cemento – creando così luminosi scintillii – le maschere apotropaiche appartengono alla sfera del mito e della leggenda, della superstizione e della ritualità: in effetti, la loro collocazione in cima ai comignoli svolgeva un’azione beneaugurante e scaramantica per tutta l’abitazione ed i suoi occupanti.

Tali maschere erano ritenute cariche di poteri contro gli spiriti maligni che – secondo la credenza popolare – aleggiavano sulla casa e impauriti dalla loro vista scappavano via, liberando l’abitazione da ogni negatività.
L’ambientazione un po’ surreale e fantastica generata dalla presenza sui comignoli e dalla simbologia delle maschere apotropaiche adorna il già incantevole e naturale paesaggio del centro storico di Civita, rendendolo una suggestiva meta turistica da visitare, che dà la possibilità di rivivere ed immergersi in una curiosa realtà, insieme antica e magica.

Il simbolismo come affermazione sociale

(Foto percorso Magazeno: 1-4-2-7-8-9-10-12 comignoli modesti;
Foto percorso Magazeno: 3-5-11 comignoli vistosi;
Foto percorso S. Antonio: 13- 19- 20- 26 comignoli vistosi;
Foto percorso S. Antonio: 14- 15- 17- 18- 22- 24- 25 comignoli modesti)

Sempre per mezzo del loro simbolismo, l’altra storia che i comignoli di Civita raccontano in merito alle loro case ed i loro abitanti riguarda lo status e l’affermazione sociale delle famiglie.
Infatti, a seconda della bellezza, degli ornamenti e soprattutto della grandezza del comignolo, ci si trovava davanti a diversi ranghi sociali dei possessori delle case, riprendendo la tradizione medioevale della costruzione delle torri come simbolo di potere.
Dunque, maggiore era il volume e l’ampollosità dei decori del comignolo, più benestante era la famiglia che occupava l’abitazione.
Inoltre, anche le famiglie più modeste – seguendo l’usanza e la credenza del tempo, secondo cui il possedere un comignolo bello e grande risultava essere segno di buon auspicio per l’intera comunità domestica – si adoperavano per averne uno che fosse il più elaborato possibile, seppure costava loro più sacrificio e si trascurava la dimensione propria della dimora; il comignolo diventava così motivo di orgoglio familiare.
Ecco perché visitando Civita può succedere di incontrare case contenute nella forma ma dotate sul loro tetto di comignoli artisticamente adornati e ciminiere alte fino a due metri.