ALLA SCOPERTA DI CIVITA > Il centro storico, le case Kodra, le fontane
Le case del centro storico di Civita sono costruite tutte in pietra.
Fonti storiche attestano che le stesse costruite dai primi albanesi erano di paglia e venivano bruciate in
primavera per non pagare il focatico, in seguito essendo stato loro proibito di edificare in muratura, usavano
intrecciare rami secchi e impastarli con l’argilla all’uso macedone, queste erano chiamate “Kallazine”, solo
in un secondo momento furono edificate le prime case in pietra.
Le abitazioni arbëreshe, sono composte da due piani: il primo costituito da uno o più ambienti ha l’accesso
principale a diretto contatto con l’asse viario a piano terra.
La sua ampiezza corrisponde quasi sempre all’intera superficie della casa, generalmente coperto da un solaio ligneo
sostenuto da muri perimetrali in pietra, questi vani prendono luce dalla porta d’accesso a piano terra o da
piccole finestre poste nella parte più estrema dell’ambiente, dove si trovano i vani usati come magazzini o
dispense.
La novità delle abitazioni albanesi è la presenza di un grande camino “vatra” costituito da una grande cappa con
forno pensile. Sotto la cucina generalmente c’era un basso detto “Katoqi vikirr” adibito a seconda cucina
rustica.
Alla zona notte solitamente posta al piano superiore vi si accede internamente attraverso una scala di legno, mentre
l’uso di scale esterne caratteristica delle abitazioni arbëreshe è un elemento comune sia nell’architettura
minore che negli edifici più importanti e risale al XI secolo, la caratteristica è la presenza del ballatoio
“lloxhë” posto al primo piano risalente al XIII secolo, sotto quest’ultimo si trova un locale per polli e
maiali “furriqi”.
Aggirandoci per le stradine di questo meraviglioso borgo, notiamo delle tipiche casette da poco battezzate
Case Kodra, così chiamate in memoria dell’artista albanese
Ibrahim Kodra il quale visitando
Civita le ritrasse riconoscendo in esse elementi della sua pittura.
Le sette abitazioni si distinguono dalle altre per la curiosa morfologia che ripropone i tratti di un volto umano,
riflesso della distribuzione degli spazi all’interno della casa.
Caratteristiche le fontane rivestite in pietra grigia locale tutte risalenti all’800.
Le fontane del paese hanno avuto in passato una grande importanza, come luogo di socializzazione costituivano il
prolungamento della gjitonia.
Era il luogo in cui le donne attingevano l’acqua, conversavano e facevano il bucato.
La Piazza luogo di arrivo della strada principale d’accesso esterno, definita il salotto del paese dove si
svolgono manifestazioni folcloriche e culturali e di ogni genere durante tutto l’arco dell’anno, oggi
completamente rifatta con pavimentazione in san pietrini.
Durante il fascismo la piazza fu intitolata a Michele Bianchi politico e giornalista italiano, primo segretario del Partito
Nazionale Fascista nome che porterà fino alla fine degli anni 50 quando verrà cambiata in Piazza Municipio.
Nel 1971 rimessa a nuovo, realizzato il manto superficiale a tappeto che sostituì il selciato e le pietre.